Correva l’anno 1996, l’undicesimo dell’era Toast Records. L’Italia musicale gemeva. Molte band interessanti uscite dall’obbligata “emergenza” degli anni ottanta erano state cooptate dalle Major. Mossa che aveva prodotto in più di uno brividi di entusiasmo. In realtà, come succede spesso da queste parti del mondo, le speranze naufragarono più veloci della luce lasciando dietro se una scia di artisti delusi, pietrificati nel loro orgoglio creativo, in preda a galoppanti esaurimenti nervosi.
Questo “casino totale” (per rubare il “titolo” a un noto scrittore noir italo-francese) è sempre stato un elemento stimolante per una realtà editoriale come Toast Records, da sempre rifugio sicuro per i peccatori del rock italiano.
Anche per questo, forse, nel delirio di quei lontani giorni, la soglia della label torinese fu attraversata da un giovanotto genovese che portava in dote un nuovo progetto, quello degli Altera. Il fantomatico cane sciolto aveva un nome e un cognome: Stefano Bruzzone.
Un quasi trentenne (si lamentava di essere troppo vecchio per avere successo) dalle idee chiare e con la voglia assoluta di spaccare.
In realtà Stefano, sotto la scorza da duro era ed è ancora un idealista imprestato alla musica e pensandoci bene l’idealismo non sempre armonizza con il business, ma si sposa perfettamente con Toast Records.
L’incontro produce una nuova amicizia e come effetto collaterale la prima cassetta ufficiale del gruppo, quella distribuita proprio da Toast Records nella primavera del 1997. Titolo, “Livida speranza”. Un vero manifesto programmatico. Dentro, in ordine sparso, alcuni degli hit undeground della band, tra cui Gilgamesh, Catodica, Sensi Spenti e l’ipnotica versione in salsa ligure della nota “Annarella” dei CCPP.
Oggi, come se gli anni non fossero passati ritroviamo Bruzzone, grazie a Dio, vivo e vegeto e con lui gli Altera. E sbeffeggiando il tempo che fugge il messaggio sempre verde sarà nuovamente rilanciato sabato 25 novembre in quel di Genova. Dal vivo. Toast Records supporta & appoggia!