“Tutto nasce così: nel novembre del ’71 arriva a Torino Nanda Pivano per presentare ‘L’altra America negli anni Sessanta’, un’antologia in due volumi sulla stampa underground americana. Alla fine della serata le domando: ‘Pensi che ci sia ancora un futuro per l’underground?’. Lei mi guarda e mi dice: ‘Basta guardarti per capire che l’underground continuerà a esistere sempre!’ Capisci? Ho ancora la pelle d’oca a pensarci. È stato il mio battesimo del fuoco”.Il racconto – al portale “PiemonteseMese” – è opera di Giulio Tedeschi, nato 69 anni fa a Piacenza e torinese da 50. Per l’Enciclopedia del Rock Tedeschi è un “autentico pioniere del fai da te” in Italia e “un esempio nobile e coraggioso che nessuno, purtroppo, ha avuto il coraggio di seguire”. Quell’incontro con Fernanda Pivano – la donna che ha portato l’altra America in Italia – fu per Tedeschi un’illuminazione, l’inizio di una carriera e di una vita febbrile, preziosa e senza medaglie.Il 17 febbraio del 1972, con un reading di poesia e musica presso la Libreria Hellas di Torino, iniziava l’avventura di Tampax, una cometa rara e luminosa nella storia della cultura alternativa del nostro Paese. Un “aperiodico di lotta visionaria, come lo definivamo. Ogni numero impaginato su unico foglio eliografato. Raccoglieva notizie dalla scena underground italiana ed internazionale, fumetti alternativi, critica musicale, poesie”, spiega Tedeschi. Tra i collaboratori c’erano nomi mitologici: Elio Bussolino, il fumettista ed editore “bohemien” Max Capa, il giornalista e critico musicale Riccardo Bertoncelli, Matteo Guarnaccia – deus ex machina della psichedelia italiana, fondamentale anche per lo sviluppo dell’estetica di Tampax –, il poeta libertario Gianni Milano, Carla Celsa, Simonka Toncy Violi, Walter Ferrari. Uno stampato naif, allucinato, irregolare come quei personaggi e quegli anni. “Non ho mai ricercato il fine. Quello che continua a interessarmi non è il capolinea, è la strada”, le parole di Tedeschi, che di fatto cita il suo amato Kerouac.Tampax durò otto numeri, che lasciarono il segno grazie a un’attenzione del tutto inedita per generi come la psichedelia e il jazz-rock, la sensibilità internazionale e, soprattutto, l’afflato di libertà assoluta. Nel frattempo la rivista era diventata una casa editrice, che pubblicò opere fondamentali come il primo racconto a fumetti di Stefano Tamburini “Morning Glory”, le poesie beat di Jim Morrison e quelle sotterranee di autori dimenticati italiani come Aldo Piromalli, “Terra Due” di Timothy Leary, “Tantra” di Ralph Metzner, “Uomo Nudo” di Gianni Milano, poema beat scritto nel 1966 e pubblicato quasi dieci anni dopo, ripreso da Pedrini e dai Timoria in “Uomo Nudo Blues”.Alla fine degli anni ’70 l’attività di Tampax si esaurì, ma quelle scintille bruciarono in mille altre forme (a Torino, ma non solo). Con altre riviste come “Camion” (poesia) e “Clima” (grafica), portando in Italia parte del catalogo di Black Sparrow Press, casa editrice alternativa che pubblicò John Fante e Bukowski. Con rassegne dall’impronta punk – Costretti a Sanguinare – e progetti discografici folli come quello dei primi Righeira – in cui il contributo iniziale di Tedeschi, che fu contattato da Johnson in un primo momento per creare una fanza punk, fu significativo –, oltre che la pubblicazione di un disco seminale come “You are the victim” dei Raw Power. Senza dimenticare il libro di poesie scritto in prima persona da Tedeschi: “Madras Ice Cream”.E, infine, con l’esperienza decisiva (e tuttora viva) della Toast Records, che Giulio Tedeschi fondò nel 1985 e che ha accompagnato ai loro inizi e alla presa di una consapevolezza musicale gente come Statuto, Afterhours (Tedeschi fu anche produttore del primo “cultissimo” disco della band “All the Good Children Go to Hell”), Yo Yo Mundi, Marlene Kuntz, o Max Casacci, futuro fondatore dei Subsonica. “Io non volevo fare crociate”, la sua conclusione, “ma soltanto aprire nuove strade”. (from: “Rockit” on Facebook, 17.02.2021)