Quando Giulio Tedeschi mi commissionò il lavoro grafico per la copertina di questo disco compresi immediatamente di trovarmi di fronte a qualcosa di speciale. Pubblicare un disco registrato 36 anni fa, rimasto inedito e nei cassetti senza aver mai visto la luce è già la prova che la Toast realizza dischi per passione e interesse artistico, perché il rischio è grosso. Questo album degli “Screaming Floor” (il pavimento che urla, per chi non sa l’inglese) è infatti un lavoro molto collegato con l’epoca in cui fu registrato, un disco di New Wave fine anni ’80, con riferimenti agli Smiths, Wall of woodoo e al post-punk. La copertina tradisce intenzioni diverse. Sebbene realizzata da me, ha comunque l’immagine artistica già scelta dalla band ed è consona con il contenuto. All’interno trovate infatti canzoni con l’utilizzo di strumenti colti come la viola e l’arpa (Forced passengers) e flauti misti al mellotron come nella titletrack. Progressive? Assolutamente No! Verso la fine degli anni 80, molte band iniziarono ad abbandonare i ritmi punk e le sonorità minimali per riavvicinarsi alle delicatezze del decennio precedente. Per capire quello che dico riascoltatevi i Talk Talk degli ultimi due dischi e altre cose contemporanee. Il lato debole di questo disco è il cantato. Sebbene molto vicino a Morissey e Ian Curtis, spesso soffre di problemi di intonazione, anche se il risultato finale è comunque accattivante. Ottima la registrazione e il mastering. Un disco decisamente consigliato.
Maurizio Galia, saggista, musicista (tastierista della band neo-prog degli Aquael), grafico e nei momenti di estasi esistenziale anche pittore pop/surrealista.